Chi distribuisce ebook distribuisce contenuti digitali. I contenuti digitali trasferiti via internet pagano pedaggio alle reti fisiche di telecomunicazioni. Per questo i destini dell’industria delle telecom, dell’industria della distribuzione dei contenuti digitali e di quella dell’editoria sono collegati.
La Net Neutrality è una delle icone dei difensori delle libertà sulla rete. La rete nasce neutrale rispetto ai byte che circolano tramite essa (non li esamina, li spedisce in giro divisi in pacchetti), ma quando i byte relativi ad un certo contenuto digitale diventano tanti e di valore notevole e differenziato, come resistere alla tentazione (alcuni dicono alla necessità) di regolare il traffico, di discriminare i pedaggi, di dare un’occhiatina a quel che passa per capire se è possibile impossessarsi di un pò di quel valore circolante?
E se io sono al contempo una telecom e un distributore di contenuti digitali e magari anche un produttore di tali contenuti, come resistere alla tentazione di favorire la circolazione dei miei contenuti rispetto a quelli dei miei concorrenti?
Per questo da tempo si invoca la difesa della Net Neutrality. Si tengono sotto esame le telecom. Ed ecco che Deutsche Telekom sembra rompere il tabù. Via il flat rate. Chi scarica più dati è svantaggiato (paga di più, scarica più lentamente). Il che non sarebbe una gran novità, se non vi fosse il sospetto (non ho chiaro se solo un sospetto o già una solida realtà) che se l’utente scarica contenuti distribuiti dalla stessa DT allora continua a valere il flat rate. I byte della telco viaggiano meglio di quelli dei concorrenti. Bye Bye Net Neutrality.