Come segnalato qui da Alessandro Longo di Nova24 (Sole24Ore) Telecom Italia ha annunciato agli internet provider minori il recesso dai rapporti di peering gratuito, cioè dagli accordi di interconnessione fisica con le loro reti “alla pari” (nel senso che nessuno paga l’altro per il traffico scambiato).
Le preoccupazioni degli operatori minori sono descritte in queste slides da Renato Brunetti, presidente dell’Associazione Italiana degli Internet Provider. Il problema – ovviamente – è che Telecom resta dominante nel mercato per l’accesso all’ingrosso alla rete internet a banda larga (anche se nel mercato delle connessioni peering internazionali non è dominante). E’ dunque un processo che potrà tradursi in un aumento dei costi per gli utenti, a valle, utenti sui quali verranno in definitiva scaricati i maggiori costi. Renderà comunque più difficile la vita agli operatori minori e quindi in prospettiva ridurrà l’offerta di accesso alla connessione indipendente.
La Net Neutrality, che riguarda soprattutto la discriminazione sui contenuti che circolano, è a sua volta messa in discussione. Il peering gratuito rappresenta la piattaforma di scambio neutrale per eccellenza, e l’avvio di politiche di interconnessione differenziate in funzione di “volumi, utenza, traffico e ridondanza” (così si legge nella lettera di recesso di Telecom) potrebbe essere un primo passo verso forme più intense e creative di discriminazione.
Chiunque abbia interesse alla distribuzione via internet di contenuti digitali non può essere contento di simili evoluzioni, salvo, ovviamente, che non sia un operatore di telecomunicazioni dominante e possa così intravedere un’altra occasione per trarre vantaggio dal suo potere di mercato.