La chiusura del Reader Store di Sony mi fa di nuovo pensare alla sorte dei beni digitali presenti sui server delle imprese che ce li hanno “venduti”. In realtà, grazie ad un semplice cambio di nome, non di prezzo, da “vendita” a “licenza”, questi beni li possiamo usare, ma non sono nostri. E non è nemmeno detto che siano a nostra disposizione per sempre. Sony è una grande società, ed ha gestito la chiusura dello store online in modo ordinato: i clienti – e le loro licenze – sono stati paracadutati sui server di Kobo. Resta il fatto che quote sempre crescenti (anche in valore) di beni digitali sono accumulate sui server delle grandi piattaforme di distribuzione elettronica o di gestori di servizi di storage. Quando questi chiudono, falliscono, o i server sono sequestrati, o altro, si pone con maggior chiarezza il problema del recupero dei beni da parte degli utenti, o comunque dei diritti di quest’ultimi ad avere il servizio su cui contavano, problema sinora piuttosto sottotaciuto.