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Antitrust Case Law

Update: A.G. Schneiderman Settles With Apple In E-book Price-fixing Case | Eric T. Schneiderman

  • “Attorney General Eric T. Schneiderman today announced a settlement with Apple Inc. arising out of Apple’s participation in a price-fixing conspiracy that a federal court in New York found raised the prices of E-books sold to consumers in New York and throughout the country. The settlement agreement, which must be approved by the court, has the potential to result in payments to consumers of $400 million, and would resolve claims for consumer damages and civil penalties brought by New York and 32 other states and territories. “

    Former posts on the subject: 1, 2, 3.

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Antitrust Case Law

Update: Apple settles e-book antitrust case with U.S. states, others | Reuters

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Antitrust Intellectual Property

Copyright Collecting Society – Corte Giustizia UE – Il monopolio è confermato, ma vanno verificati gli abusi di posizione dominante

    •  “…Al riguardo occorre dichiarare che un ente di gestione quale l’OSA, che disponga di un monopolio ai fini della gestione, nel territorio di uno Stato membro, dei diritti d’autore relativi a una categoria di opere protette, detiene una posizione dominante su una parte sostanziale del mercato interno ai sensi dell’articolo 102 TFUE (v., in tal senso, sentenza dell’11 dicembre 2008, Kanal 5 e TV 4, C‑52/07, Racc. pag. I‑9275, punto 22).

      87      Orbene, se dovesse accadere che un tale ente di gestione imponga, per i servizi da esso prestati, tariffe sensibilmente più elevate di quelle praticate negli altri Stati membri e qualora il raffronto dei livelli delle tariffe sia stato effettuato su base omogenea, tale differenza dovrebbe essere considerata come l’indizio di un abuso di posizione dominante ai sensi dell’articolo 102 TFUE. In questo caso, spetterebbe all’ente di gestione di cui trattasi giustificare la differenza basandosi sulle diversità obiettive tra la situazione dello Stato membro interessato e quella prevalente in tutti gli altri Stati (v., in tal senso, precitate sentenze Tournier, punto 38, nonché Lucazeau e a., punto 25).

      88      Analogamente, un siffatto abuso potrebbe consistere nel praticare un prezzo eccessivo, privo di ogni ragionevole rapporto con il valore economico della prestazione fornita (sentenza Kanal 5 e TV 4, cit., punto 28).

      89      Inoltre, qualora un abuso siffatto dovesse sussistere e qualora fosse imputabile alla normativa applicabile a tale ente di gestione, la suddetta normativa sarebbe contraria agli articoli 102 TFUE e 106, paragrafo 1, TFUE, come si evince dalla giurisprudenza citata al punto 83 della presente sentenza…”.

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Antitrust Internet

News on Net Neutrality after the Verizon v. FCC Decision

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Amazon / Price Parity Clause / Bundeskartellamt (Germany Federal Cartel Office)

  • “26 November 2013: The Bundeskartellamt has today terminated its proceedings against Amazon for enforcing price parity clauses on its Marketplace platform after the company had met the requirements set by the authority.”

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Antitrust

“Amazon.book?” An Update

Avevo dato qui qualche notizia sul tentativo di Amazon di farsi assegnare dall’ICANN il nuovo gTLD “.book

Amazon ha passato il test iniziale con un buon punteggio rispetto agli altri sei concorrenti ancora in gara… – nonostante le critiche e le obiezioni mosse da tanti e che avevo segnalato nel post precedente.

Amazon e i concorrenti superstiti (che non mi sembrano dei giganti del web), tutti aspiranti al dominio di primo livello “.book”, sono ora in una fase chiamata “string contention set”,  al termine della quale, a meno che non si trovi un accordo…. il top level domain name sarà messo, se ho ben capito, all’ASTA

Spero di non avere capito bene.

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Antitrust

Apple et 5 Global Publishers Antitrust Case to be Examined at the University of Perugia

Domani parteciperò ad un seminario all’Università di Perugia sul caso antitrust che ha coinvolto la Apple e 5 dei 6 principali editori globali (Hachette, HarperCollins, MacMillan, Penguin, Simon&Shuster).

      La vicenda ha avuto una certa eco anche tra i non addetti ai lavori, perché i suddetti BIG sono stati  accusati di avere “cospirato”, violando le leggi antitrust americane ed europee, per alzare i prezzi al dettaglio degli ebook (specie dei bestseller), argomento questo piuttosto popolare e cavalcato ad arte dai concorrenti, tipo Amazon.

      Sia le autorità antitrust statunitensi, sia quelle europee, sono intervenute per reprimere la stessa condotta sulle due sponde dell’atlantico. La questione è interessante sotto molti profili, e spero di darne presto conto anche qui  con un post più dettagliato.

Alcune delle conclusioni sulle quali vorrei concentrarmi domani:

a)  negli USA, ai consumatori potrebbero tornare in tasca oltre 500 milioni di dollari, di cui 160 frutto di transazioni con gli editori già praticamente concluse (95 mln + 69 mln) ed il resto ancora sub iudice, ma piuttosto probabile (la Apple è già stata condannata nel merito da un Giudice Federale di New York e sembra verosimile una sua condanna a risarcire i danni per qualche centinaio di milioni di dollari);

b)  in Europa per i consumatori vale una cifra un po’ diversa, cioè “0” (zero; nulla; niente). Si conferma, evidentemente, che l’antitrust negli USA funziona in modo diverso rispetto all’Europa, anche se i cartelli sono eguali, ed egualmente considerati illegali, sia da loro che da noi;

c) quando l’antitrust è fatto di “accordi” tra accusati e accusatori cambia natura, e da attività di polizia contro chi abusa, diventa attività di regolamentazione amministrativa dell’industria in questione da parte di chi lo gestisce. Da attività prevalentemente tecnica e neutrale tende a trasformarsi in attività prevalentemente politico-amministrativa.

Per chi fosse interessato, qui un po’ di link ai materiali:

atti dell’azione intentata dal Department of Justice americano

atti della Commissione dell’Unione Europea

sito dei procuratori generali degli stati americani che hanno richiesto il risarcimento dei danni.

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Antitrust

Net Neutrality. De-peering Italiano

Come segnalato qui da Alessandro Longo di Nova24 (Sole24Ore) Telecom Italia ha annunciato agli internet provider minori il recesso dai rapporti di peering gratuito, cioè dagli accordi di interconnessione fisica con le loro reti “alla pari” (nel senso che nessuno paga l’altro per il traffico scambiato).

Le preoccupazioni degli operatori minori sono descritte in queste slides da Renato Brunetti, presidente dell’Associazione Italiana degli Internet Provider. Il problema – ovviamente – è che  Telecom resta dominante nel mercato per l’accesso all’ingrosso alla rete internet a banda larga (anche se nel mercato delle connessioni peering internazionali non è dominante). E’ dunque un processo che potrà tradursi in un aumento dei costi per gli utenti, a valle, utenti sui quali verranno in definitiva scaricati i maggiori costi.  Renderà comunque più  difficile la vita agli operatori minori e quindi in prospettiva ridurrà l’offerta di accesso alla connessione indipendente.

La Net Neutrality, che riguarda soprattutto la discriminazione sui contenuti che circolano, è a sua volta messa in discussione. Il peering gratuito rappresenta la piattaforma di scambio neutrale per eccellenza, e l’avvio di politiche di interconnessione differenziate in funzione di “volumi, utenza, traffico e ridondanza” (così si legge nella lettera di recesso di Telecom) potrebbe essere un primo passo verso forme più intense e creative di discriminazione.

Chiunque abbia interesse alla distribuzione via internet di contenuti digitali non può essere contento di simili evoluzioni, salvo, ovviamente, che non sia un operatore di telecomunicazioni dominante e possa così intravedere un’altra occasione per trarre vantaggio dal suo potere di mercato.

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EU Antitrust: Commission’s inspections in Internet connectivity services

Tra le righe del comunicato stampa della Commissione sembra potersi leggere che la UE stia verificando possibili abusi riguardanti la fornitura di connettività, ma dal lato dei “content providers”.

Che sia in gioco la net neutrality?

Internet players interconnect with each other through a combination of wholesale services to cover all possible Internet destinations. Internet connectivity allows market players (e.g. content providers) to connect to the Internet so as to be able to provide their services or products at the retail level. This service is crucial for the functioning of the Internet and for end users’ ability to reach Internet content with the necessary quality of service, irrespective of the location of the provider.

 

 

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Antitrust

Amazon.book?

Amazon ha richiesto ad ICANN l’assegnazione del registro per la gestione del TLD “.book” (e di altri TLD, come “.author”).

Se la richiesta venisse accolta gestirebbe il dominio di primo livello .book. La proecedura di assegnazione è ancora in corso. La valutazione preliminare delle domande da parte di ICANN dovrebbe concludersi entro l’estate. Amazon non è l’unico soggetto  ad avere richiesto l’assegnazione del registro del TLD “.book”.

Come si legge nella domanda rivolta all’ICANN, Amazon gestirebbe il TLD “.book” “to support the business goals of Amazon“. Pertanto, a quanto si capisce, i sottodomini (tipo: amazon.book) verrebbero distribuiti soltanto ad Amazon stessa ed alle sue società controllate. Inoltre, “All domains in the .BOOK registry will remain the property of Amazon“.

Questo significa che il TLD in questione sarebbe un dominio “chiuso”, non aperto alle richieste di registrazione di domini di secondo livello da parte di soggetti terzi, come invece ad esempio avviene per il dominio “.com”.

Contro l’assegnazione del dominio, come dominio “chiuso”, si sono espressi alcuni concorrenti (come Barnes & Nobles, ad esempio), nonché associazioni e istituzioni varie.

In generale, se l’ICANN assegnasse la gestione del registro di nomi di dominio generici (come “.libro”, “.car” etc.) a soggetti che si propongano di non permettere a terzi l’accesso ai subdomain su quel dominio di primo livello, rischierebbe di facilitare la creazione di posizioni dominanti nei settori economici corrispondenti al nome generico in questione.

Nel caso poi del dominio .book, il pericolo è quello di rafforzare il potere di mercato di un operatore già molto forte nella distribuzione dei libri e degli ebook.

Il rafforzamento o la creazione di posizioni dominanti nei mercati interessati dai TLD (specie quelli con nomi generici in via di assegnazione) riflette inoltre la posizione dominante dell’ICANN stessa, nel mercato dell’assegnazione della gestione dei registri per i TLD.

Insomma, la perenne sfida tra istanze “di chiusura” e “di apertura” della rete e delle sue infrastrutture resta sempre attuale e s’arricchisce ogni giorno di un capitolo nuovo.